Ed entriamo in carcere dall’enorme portone blu, col suo color cielo ci avverte subito che dentro il cielo non c’è, è tutto fuori. Così il blu si fa sempre più piccolo tra i cancelli e le porte che scorrono. Nel corridoio lungo che porta in sezione ci sentiamo traghettate in un viaggio. Fino ad incontrare loro, in fondo a quella che a noi sembrava l’ultima spiaggia, tra i suoni stridenti dell’interfono, i passeggi di tutti a curiosare, il rumore di fondo continuo, E invece il cielo c’è, è negli occhi dei detenuti, nelle loro parole, nei gesti, nella loro immensa umanità che ci arriva addosso come una cascata.